Glorenza_2018

Durante la residenza realizzo una serie di disegni, esposti presso la Torre della Chiesa – Museo Paul Flora, e un’installazione urbana comprendente 12 mattoni in legno dipinti, sparsi e incastonati nel tessuto cittadino (crepe dei muri, davanzali, sostegni ecc..). L’installazione viene inaugurata con una visita notturna in cui il pubblico, accompagnato con torce, viene sollecitato alla ricerca dei mattoncini sparsi in luoghi diversi di Glorenza. Queste opere sono realizzate in occasione della mia partecipazione al Festival TiefKollektiv-ProfondoCollettivo, a cura di Michele Fucich, sul tema dell’abitare gli spazi urbani.

Cosa vedo se  chiudo gli occhi? Cosa rimane della mia esperienza e visione? Una staccionata, uno spigolo, un incrocio di strade, una porta socchiusa, un muro scrostato. L’immaginazione, ispirata dalla memoria, consente di vedere le cose da altri punti di vista: una strada vista dall’alto, il profilo nascosto delle cose, i pieni e i vuoti che incontriamo.
Se socchiudo gli occhi, se lascio solo un piccolo spiraglio, il gioco diverte di più. Frammenti di realtà che generano segni e tracce che a loro volta generano ulteriori segni e visioni. Ciascuno è chiamato a fare leva sulle proprie percezioni, esperienze e memorie di spazi attraversati e emozioni vissute.
Al gioco della percezione VISIVA non ci si può sottrarre.
L’astrazione ed estrema sintesi delle forme geometriche parlano in verità alla nostra concretezza, alla nostra vita e al modo in cui conosciamo e pensiamo la realtà.